Don Romano Bernasconi

Coadiutore dal 1952 al 1955. Nato a Guanzate il 21.02.1928
Ordinato il 07.06.1952 - morto il 10.12.2019

Dal Notiziario di Vita Parrocchiale di Acquate - Novembre 1977-
Una testimonianza che Giancarlo Pozzi, interpretando il sentimento dei “ragazzi” dei primi Anni ‘50, ha voluto scrivere in occasione del ritorno in Parrocchia dell’ex Coadiutore Don Romano, tornato ad Acquate per ricordare con loro il XXV° Anniversario della Sua Ordinazione Sacerdotale in occasione della Festa del’Oratorio del 6 novembre 1977.


DON ROMANO: Frammenti di un ricordo

IL TEMPO

Benché la guerra fosse finita da sette anni, in molte nostre case le sue tristi conseguenze e la sua miseria non erano del tutto scomparse. In tutti gli animi, però, era forte la volontà di rinascita materiale e spirituale.
Eravamo più o meno ragazzini allora. Pantaloni alla “zuava” per i più grandi ed al “ginocchio” per i più piccini. Toppe sul sedere e zoccoli al piedi di molti; pochi, o spesso, niente spiccioli in saccoccia e tanta gioia e voglia di correre addosso.
Una liquirizia di legno fra i denti, il solito filmino sulla vita dei santi dopo dottrinetta, quattro biglie di gesso in tasca e due calci alla palla formavano un po’ il nostro mondo spensierato di quegli anni.

L’UOMO
In questo clima, verso la fine del giugno ’52, giunse ad Acquate, appena ventiquattrenne, a soli venti giorni dalla Sua Ordinazione, Don Romano Bernasconi chiamato dall’allora Cardinale Schuster a ricoprire l’incarico di Assistente, al fianco del Parroco Don Luoni, reso vacante dalla partenza dell’indimenticabile Don Emilio Parolini destinato ad assumere l’incarico di Parroco di una comunità del luinese.
Don Romano: riccioli rossi come il fuoco, sprigionati dall’eterno basco nero, occhi inquisitori da dietro gli occhiali da seminarista, fisico da fantino. Sempre sorridente e gioviale con tutti e….una grandissima passione per la Sua “Lambretta” carenata che sapeva condurre con eccessiva disinvoltura e, sulla quale, un po’ tutti abbiamo sofferto… le pene dell’inferno
Giovane fra i giovani, dinamico e pronto alla battuta in ogni occasione; animato da fede profonda, ben presto seppe conquistarsi l’affetto e la stima di molti giovani e ragazzi che, sempre più numerosi, accorrevano a Lui.

L’OPERA
Particolarmente premuroso nel visitare poveri ed infermi, Don Romano seppe trasfondere nelle anime di molti il suo profondo culto verso la Preghiera e l’Eucaristia.
Le attività parrocchiali ed oratoriane ebbero da Lui un marcato impulso rinnovatore. La stessa Azione Cattolica, fiorente baluardo delle nostre istituzioni parrocchiali, accrebbe in quantità e qualità di aderenti. Don Romano strutturò in chiave moderna l’insegnamento del Catechismo, ottenendo maggior rispondenza e partecipazione fra giovani e ragazzi.
Volle un Oratorio a tempo pieno, una specie di seconda casa per i giovani e, grazie all’ausilio di valenti cooperatori, riuscì – in brevissimo tempo – ad ottenerlo.
Seppe rispondere alle nuove esigenze sportive e ricreative dei giovani con il completamento del nuovo campo sportivo. Per i “più grandi” creò due splendidi campi bocce. Ammodernò il Salone cine-teatro; trasformò la vecchia e gloriosa “cantina” in decoroso Bar dove, giovani ed adulti potessero incontrarsi tutte le sere. Abbellì l’Oratorio con la costruzione della Grotta della Madonna di Lourdes ed eresse un monumento a San Giovanni Bosco. Ormai l’Oratorio, in meno di due anni, si era trasformato in un laborioso “Cantiere d’Anime”.
Ogni sera, decine di giovani ed adolescenti erano ordinatamente impegnati in prove di recitazione, canto, allenamento sportivo, istruzione religiosa, conferenze, organizzazione di eventi di ogni genere oppure, più semplicemente, seduti al tavolo per una partitella a scopa.
“Don Lambretta”, come a volte lo chiamavamo familiarmente, di tutto ciò ne era il maggior artefice e l’animatore discreto. In questo contesto nessuno doveva o poteva rimanere in ozio! 
Ricordiamo, in particolare, i gratificanti momenti di incontro personale con Lui, il nostro padre spirituale, durante infiniti su-e-giù per il cortili, dove – a cuore aperto – ricercavamo la nostra vera identità attraverso i Suoi consigli illuminanti. Don Romano con la Sua affabilità, la Sua fede profonda e la Sua sensibilità, sapeva trasfondere nelle nostre anime giovanili una tonificante forza interiore, indispensabile per affrontare, con sicurezza e serenità, la nostra crescita umana e cristiana.
Se il giovane albero viene curato convenientemente, presto non lesinerà i suoi frutti!
Non a caso, nel frattempo, alcune belle vocazioni al Sacerdozio fiorirono fra le file della nostra gioventù. I nostri amici prescelti, accompagnati dalla nostra gioia e dalla nostra preghiera, intrapresero con entusiasmo la via del Seminario.
Questi i frutti più belli a coronamento di tante fatiche, di tanti sacrifici e tante preghiere!
Don Romano Bernasconi, dopo soli tre anni di ministero fra di noi, rispondendo alla chiamata dell’allora Cardinal Montini che – riconosciutone le straordinarie capacità educative – lo volle alla Direzione Spirituale del Seminario Diocesano di Masnago (VA). 
Il 3 agosto 1955, in un afoso pomeriggio estivo, chiese di lasciare in silenzio Acquate, così come in silenzio vi era giunto. 


IL RITORNO
Oggi, dopo tanti anni, Don Romano ritorna in mezzo a noi (Domenica 6 novembre 1977) per ricordare il Suo XXV° di Ordinazione Sacerdotale.
Ancora una volta ci stringeremo attorno a Lui, per esprimerGli – nella Santa Messa - il nostro rinnovato grazie, unito al nostro immutato affetto. 
Cercherà di riconoscere nei nostri volti ormai adulti, un po’ scavati dagli anni, i volti raggianti espensierati dei Suoi ragazzini di tanti anni fa.
Forse non ci riconoscerà tutti ma – sicuramente - troverà nei nostri occhi lucenti di commozione, lo stesso sguardo ammirato e riconoscente di quei giorni indimenticati.