HomeAcquateReligiosi e LaiciPIETRO SCOLA (1936-1983)

PIETRO SCOLA (1936-1983)

Nato e cresciuto a Malgrate, venne ad abitare ad Acquate in via ai Poggi, frazione Falghera, dopo il suo matrimonio con Elena.

Per tutti gli anni della sua carriera professionale esercitò la difficile arte dell’insegnamento, molti dei quali presso la scuola elementare di Malnago, dove è ancora ricordato per la grande passione educativa che lo guidava nel rapporto con gli alunni.

Questo piccolo plesso di periferia, grazie al suo lavoro e a quello della moglie, anche lei maestra, diventò ben presto un esempio significativo di “comunità educante”.

Fu esponente di spicco della Democrazia Cristiana Provinciale e rieletto sindaco di Malgrate per diverse amministrazioni.

Nel luglio 1983, proprio mentre faceva ritorno a casa dopo aver partecipato in veste di sindaco ad una cerimonia di gemellaggio con la città di Lavarone, in Trentino, perse la vita in un incidente stradale.

Personaggio tra i più stimati del territorio lecchese, era fratello di don Angelo Scola, oggi Cardinale Patriarca di Venezia; al suo funerale, celebrato nella parrocchiale di Acquate, presenziarono più di venti sacerdoti e l’omelia fu pronunciata da don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione.

Don Luigi Stucchi, oggi Vescovo, scrisse allora sul settimanale Resegone:

“…Abbiamo visto il suo volto riflesso in quello dei suoi cari, vivente per questa sua capacità, assai rara e preziosa nel nostro tempo, di comunicare motivi di vita. Oggi nemmeno i maestri sono capaci di tanto; neppure ai genitori è dato riuscire sempre nell’arte della comunicazione dei valori; ancor meno agli uomini impegnati nella vita pubblica è concesso di restare trasparenti in un servizio generoso, disinteressato, fedele e responsabile…..Invece all’amico Pietro è stato dato tutto questo…tutto il nostro territorio ha un debito con lui, sia per il servizio reso nelle istituzioni, sia per coerenza della testimonianza.”

A Lecco è sorta una scuola elementare che ne porta il nome, per cercare di perpetuare quella testimonianza e di saldare, il meglio possibile, quel debito.

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